La Conferenza dei governi dei Cantoni alpini (CGCA) ha accolto “con soddisfazione” la proposta del Consiglio federale al Parlamento di non variare l’attuale aliquota massima del canone annuo per i diritti d’acqua – 100 franchi per chilowatt lordo (fr./kWl).
In un primo tempo, il Governo proponeva di ridurre il canone annuo per i diritti dell’acqua a 80 fr./kWl dal 2020. Nelle intenzioni della consigliera federale Doris Leuthard, durante il periodo 2020-2022 il canone massimo annuo sarebbe passato dagli attuali 110 a 80 fr./kWl. Poi dal 2023 il regime transitorio sarebbe stato sostituito da un modello flessibile, con un’aliquota massima del canone annuo composta da una parte fissa e da una parte dipendente dal prezzo di mercato.
Fin da subito, contro il progetto di revisione della legge sull’utilizzazione delle forze idriche si erano schierati i Cantoni, tra cui il Ticino e i Grigioni, e i Comuni perché avrebbero incassato 150 milioni di franchi l’anno in meno. Attualmente, i canoni d’acqua fruttano 556,6 milioni all’anno; di questi, il Ticino ne incassa 55,1, i Grigioni 124, il Vallese 164, Uri 26, Berna 45 e Argovia 49.
Nel suo discorso, il consigliere di Stato ticinese Christian Vitta, che attualmente presiede la CGCA, ha commentato la proposta del Consiglio federale al Parlamento di non variare l’attuale canone dell’acqua definendola una scelta “oggettivamente e politicamente corretta”, sottolineando la mancanza di una giustificazione per ridurre i canoni e limitare nel tempo il mantenimento dell’attuale aliquota massima. La CGCA inoltre si dichiara interessata e disponibile al dialogo con il Consiglio Federale nelle consultazioni programmate per l’autunno prossimo (o nella primavera 2019), consultazioni che dovranno portare all’attuazione di un nuovo modello per i canoni d’acqua.
Il coordinamento delle questioni sull’uso di energia idroelettrica è stato l’iniziale scopo della Conferenza dei governi dei Cantoni alpini (CGCA), che fu costituita nel 1981 con la partecipazione dei Cantoni di Uri, Obvaldo, Nidvaldo, Glarona, Grigioni, Ticino e Vallese e una presidenza che si alterna a intervalli regolari tra i Cantoni. Oggi la CGCA ha ampliato la sfera dei propri impegni per le zone rurali e montane, occupandosi anche di questioni come assetto del territorio/turismo, politica energetica, finanza, trasporti e politica estera (in collaborazione con le regioni al confine delle Alpi). Nelle sue correnti varie attività, la CGCA si propone comunque in modo coerente di coordinare e rappresentare in modo congiunto congiunta le problematiche specifiche e gli interessi rurali e montani nei confronti della Confederazione, dei Cantoni, delle Associazioni e dell’opinione pubblica; di tutelare le zone rurali e i loro interessi (autodeterminazione); di favorire collaborazione tra le amministrazioni cantonali per fronteggiare le sfide attuali per la zona rurale e la zona montana.
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