L’iniziativa popolare “Per il divieto di finanziare i produttori di materiale bellico” va bocciata poiché limita eccessivamente la libertà di manovra della BNS, delle fondazioni e degli istituti previdenziali, danneggiando nel contempo il settore finanziario. Lo ha deciso oggi il Consiglio nazionale, rinunciando nel contempo a proporre un controprogetto.
La decisione non costituisce una sorpresa: già ieri, dopo il primo giorno di dibattiti, si era capito che il destino della proposta di modifica costituzionale del Gruppo per una Svizzera senza esercito (GSsE) e del suo controprogetto erano segnati. Oggi al voto l’iniziativa è stata respinta con 120 voti contro 71 e 2 astenuti, il controprogetto con 105 voti contro 87.
Sempre oggi, il consigliere federale Guy Parmelin ha sottolineato come la Svizzera abbia già introdotto un divieto di finanziamento concernente armi atomiche, biologiche e chimiche nonché munizioni a grappolo e mine antiuomo, che ha dimostrato la sua validità.
Il dossier passa al Consiglio degli Stati.