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    Analisi politico militare del conflitto ucraino

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    Come già scritto più volte in relazione a ciò che sta accadendo sul versante est dell’Europa fra Ucraina e Russia, oggi siamo ad un punto di svolta che, a mio modesto avviso, potrebbe segnare profondamente il futuro di tutti noi.

    Nei precedenti articoli ho voluto ricordare quali erano, per sommi capi, gli obiettivi strategico-militari di Putin, fin dal lontano 2014, quando si annesse con un’azione di forza la Crimea.

    Spazio vitale e accesso al Mar Nero

    Per una questione di “spazio vitale” e di libertà di movimento a livello commerciale, il reale obiettivo di Putin è quello di riuscire ad arrivare alla conquista di Odessa, riallacciandosi verosimilmente alla piccola Repubblica autoproclamatasi indipendente – e non riconosciuta né dall’occidente né dalla Moldavia – della Transnistria.

    Importanza strategica dell’accesso al Mar Nero

    In questo modo Putin si garantirebbe, di fatto, l’intero accesso al Mar Nero e, di conseguenza, avrebbe la tranquillità di accedere a varie rotte marittime cruciali.

    Forza militare della Russia

    Una volta compresi gli obiettivi veri dell’azione di Putin, bisogna iniziare a comprendere un’altra cosa di estrema importanza, e cioè che la Russia ha a disposizione un esercito quasi infinito, potendo arrivare a impiegare sul campo, qualora ve ne fosse la necessità, anche fino a 2 milioni di uomini.

    Armati e pronti

    Per quanto riguarda gli armamenti, grazie proprio alle sanzioni e alle conseguenze di tipo economico che hanno generato – al contrario di quanto gli occidentali pensavano – con una massa immensa di denaro piovuta nelle casse russe in seguito agli aumenti a dismisura delle materie energetiche e del grano, si può dire che la Russia ha a disposizione un arsenale praticamente illimitato e continuamente rinnovato grazie ai cospicui stanziamenti decisi proprio in questi ultimi tempi.

    La situazione dell’esercito ucraino

    Sull’altro versante, si può vedere che l’esercito ucraino è allo stremo, non potendo contare su ricambi freschi, non hanno quasi più munizioni e le forniture di armi, sia difensive che offensive, sono ferme al palo grazie al blocco subito dalla Camera dei Deputati americana che si è opposta all’invio di altre armi.

    Previsioni per i prossimi mesi

    Inoltre, come la storia ci insegna, l’esercito russo ha sempre prodotto delle controffensive molto violente non appena finiva l’inverno, per cui bisogna aspettarsi nell’immediatezza dei prossimi 2 o 3 mesi, una potente offensiva di “primavera” dell’esercito russo, sia sulla direttrice verso Odessa che, con molta probabilità, in direzione nord, non tanto per conquistare altro territorio o, peggio ancora, cercare di prendere direttamente Kiev, ma in quanto, come rafforzamento delle posizioni acquisite – Bakhmut – e, per così dire, stendere un cerchio di teste di ponte tutto intorno alla capitale.

    Scenari politici in evoluzione

    Sul fronte politico internazionale, va ben tenuto presente che a novembre, in America, ci saranno le elezioni presidenziali e, con quasi certezza fin da oggi, Biden non verrà rieletto, dovendo cedere il posto al suo nemico e rivale Trump, che, come ormai tutti quanti sanno, è assolutamente deciso a fare notevoli passi indietro relativamente all’impegno statunitense nella guerra Ucraina-Russia, se non addirittura a sganciarsi parzialmente dalla stessa NATO.

    Il futuro incerto

    Per questi motivi Zelensky e tutto il suo Stato Maggiore sanno perfettamente che le cose devono risolversi al più tardi entro l’estate, poiché a elezioni avvenute, con probabile cambio ai vertici e conseguente modifica delle strategie geopolitiche degli USA – alle quali farebbero seguito sicuramente molti ripensamenti anche nei paesi europei oggi impegnati nell’invio di armi – sarebbe, giocoforza, costretto a prendere in esame la possibilità di richiedere un armistizio che, ovviamente, per lui significherebbe la fine sia politica che, con quasi certezza, anche della libertà (si sa perfettamente dalla storia come sono finiti i vinti dall’Unione Sovietica prima e dalla Russia poi).

    Riflessioni sul conflitto imminente

    In conclusione, al di là della considerazione che, al contrario delle immense balle che ci sono state raccontate in questi due anni da una stampa totalmente asservita al pensiero americano, l’Ucraina ha di fatto perso la guerra sul campo – potrà ritardare il crollo definitivo di altri 2 o 3 mesi, ma la sua totale disfatta è già stata decretata sia dai fatti che dalla maggior parte degli analisti militari sparsi per il mondo – e il più pericoloso periodo, che dobbiamo tenere sott’occhio, è proprio il tempo che ci divide dalle elezioni americane: si deciderà tutto entro massimo la fine dell’estate.

    Personalmente non penso che si arriverà ad uno scontro diretto fra Russia e NATO e, quindi, alla Terza Guerra Mondiale, sia per tutti i motivi sopra elencati e, soprattutto, perché tutti i capi di stato occidentali sanno perfettamente che la Russia è in possesso di testate balistiche nucleari che l’occidente si sogna e che una guerra totale si potrebbe realmente rivelare deleteria per l’intera umanità ma, soprattutto, sarebbe disastrosa per tutto l’occidente.

    La minaccia nucleare

    E non penso affatto che gli Americani siano disposti a farsi bombardare dai Sarmat Satan 2, dotati di 15 testate nucleari ciascuno, sul proprio territorio, e solo per dare man forte ad un paese che è lontano oltre 10 mila km dalle loro case.

    Il confronto con la storia

    Chiaro è che, normalmente, come abbiamo visto sia nella Seconda Guerra sia nel caso del Vietnam, della Cambogia e, più tardi, dell’Iraq, il popolo americano ha seguito o si è piegato ai voleri dell’immensa macchina militare e dei suoi faraonici interessi economici, ma un conto è contare 60 mila morti in oltre un decennio, come per la guerra nel Vietnam, altro è rischiare di dover contare qualche decina di milioni di morti in pochi minuti senza, per altro, poter fare nulla per impedirlo.

    La situazione del nostro Paese

    Per quanto riguarda invece il nostro Paese, come scritto in un recente articolo, nel caso di un conflitto nucleare, per nostra sfortuna noi saremmo, insieme alla Germania e alla Francia, i primi ad essere colpiti, specialmente in considerazione delle 111 basi americane sparse sul nostro territorio e alle 70-100 testate dislocate a Brescia e ad Aviano.

    Le preoccupazioni dei cittadini

    Per tutti i cittadini che oggi stanno con il fiato sospeso, pregando perché tutto ciò non succeda mai, ricordo che il giorno che si avrà la notizia di soldati della NATO che entrano nel territorio Ucraino, allora ci sarà da preoccuparsi veramente molto.

    L’incertezza del futuro

    Come detto, personalmente non ritengo che ciò potrà succedere. ma anche il genocidio dei palestinesi da parte di Israele nessuno pensava che mai sarebbe accaduto, eppure sta accadendo proprio ora.

    Ma il peggio di tutto ciò è che, come sempre, l’intera popolazione mondiale è nelle mani di pochi sciagurati che portano avanti le loro malsane idee senza il minimo raziocinio, o solo per il fatto che, essendo dove sono, si sentono invulnerabili. Ma vorrei dire a costoro che, nel momento in cui si innescasse il conflitto totale, nemmeno loro sarebbero al sicuro, poiché per valutare le conseguenze non ci sarebbe alcun tipo di analisi possibile, e nessuno al mondo potrebbe dire cosa succederà dopo.

    Sarebbe come una frana: una volta innescata non ci sarebbe nulla che possa fermarla.

    Fonte: https://giornalismolibero.com/analisi-politico-militare-del-conflitto-ucraino/

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