Il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) ha deciso di istituire una commissione di studio per la politica di sicurezza in Svizzera. Questa decisione è stata presa a seguito dei cambiamenti significativi che si sono verificati nel panorama della sicurezza europea, a causa della guerra in Ucraina. La commissione di studio si concentrerà sull’orientamento futuro della politica di sicurezza svizzera e fornirà spunti per una discussione pubblica e parlamentare.
La commissione di studio sarà costituita da rappresentanti della politica, del mondo scientifico ed economico, nonché della società. Valentin Vogt, ex presidente dell’Unione svizzera degli imprenditori, presiederà la commissione. Il Consiglio federale è stato informato in merito alla decisione nella sua seduta del 2 giugno.
La commissione di studio ha l’obiettivo di fornire spunti e contributi per una discussione pubblica e parlamentare sulla politica di sicurezza svizzera, nonché di fungere da base per il prossimo rapporto sulla politica di sicurezza previsto per il 2025. Il rapporto della commissione di studio sarà basato su un’ampia base di esperti esterni all’Amministrazione federale e integrerà diversi punti di vista al fine di condurre la discussione sociale in merito alla politica di sicurezza e contribuire al suo orientamento a lungo termine.
La Commissione Schmid e la Commissione Brunner sono state istituite dal Dipartimento militare federale (DMF) in passato per questioni strategiche. La Commissione Schmid ha elaborato il rapporto “Grundlagen einer strategischen Konzeption der Schweiz” dal 1967 al 1969, che ha influenzato l’orientamento in materia di politica di sicurezza e bellica del Paese per decenni. La Commissione Brunner, che ha appoggiato la linea di apertura del Consiglio federale in ambito di politica di sicurezza, è stata attiva dal 1996 al 1998.
Oggi le esigenze nei confronti di una politica di sicurezza sono importanti tanto quanto lo erano alla fine degli anni Sessanta e Novanta. La nuova polarizzazione presumibilmente duratura tra Stati occidentali, da un lato, nonché Russia e verosimilmente anche Cina, dall’altro, richiede un’attenta riflessione sulla politica di sicurezza svizzera. Il Rapporto sulla politica di sicurezza 2021 e il Rapporto complementare 2022 del Consiglio federale tengono già in considerazione i cambiamenti della situazione di minaccia e contengono le prime conclusioni.
La commissione di studio si concentrerà sull’orientamento futuro della politica di sicurezza svizzera, fornendo spunti per una discussione pubblica e parlamentare sulla politica di sicurezza del Paese. La commissione sarà composta da membri provenienti da diversi settori, come le frazioni dell’Assemblea federale, professori di diritto internazionale e di relazioni internazionali, esperti indipendenti di politica di sicurezza, diverse generazioni e regioni linguistiche.
I membri della commissione di studio inizieranno i propri lavori nell’estate 2023 e presenteranno un rapporto al Consiglio federale che fornirà spunti per una discussione pubblica e parlamentare sulla politica di sicurezza svizzera. Il rapporto sarà basato su un’ampia base di esperti esterni all’Amministrazione federale e integrerà diversi punti di vista al fine di condurre la discussione sociale in merito alla politica di sicurezza e contribuire al suo orientamento a lungo termine.